L’olio di palma nell’industria alimentare





L’olio di palma raffinato è molto utilizzato nelle industrie alimentari per la frittura dei cibi e per la preparazione dei prodotti confezionati come biscotti, merendine, gelati, cioccolato e cioccolato spalmabile, zuppe già pronte ecc, a cui sa conferire cremosità e croccantezza, fungendo da addensante. Ma perchè si preferisce usare proprio l’olio di palma? Ecco alcune motivazioni:

  1. L’olio di palma è meno delicato rispetto ad altri oli i quali, deteriorandosi in fretta, formerebbero sostanze tossiche che sarebbero potenzialmente nocive. L’olio di palma possiede, invece, una forte resistenza alla temperatura e al sole, candidandosi come olio migliore per la corretta conservazione dei cibi confezionati.
  2. Raggiungendo il punto di fumo molto lentamente, è l’ideale per la cottura dei cibi.
  3. È incolore, insapore, altamente versatile e lavorabile ma, soprattutto, è molto economico.
  4. È facilmente digeribile per la presenza, tra gli altri, di acidi grassi a media catena che attraversano più facilmente la parete intestinale.

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L’olio di palma fa male alla salute?

Il valore nutrizionale reale e gli effettivi impatti negativi che l’olio di palma può avere sulla salute sono ancora fonte di studi controversi. C’è chi afferma nel modo più assoluto che l’olio di palma fa male e lo demonizza senza possibilità di appello vista l’elevata presenza di acidi grassi saturi, che innalzano il colesterolo ematico e favoriscono così l’insorgenza di disturbi cardiovascolari.

Al contrario, c’è poi chi pone l’accento, esaltandolo positivamente, sull’alto contenuto di vitamina E e carotenoidi. In realtà, la controversia deriva dalla confusione e dalla non chiarezza su quale dei tre tipi di olio si stia parlando (olio di palma grezzo, di palmisto, raffinato).

L’olio di palma grezzo, per tutte le sue caratteristiche, non rappresenta di per sé un grosso rischio per la salute di cuore e arterie o per il problema di sovrappeso e obesità. Purtroppo, però, quello che viene usato dalle industrie alimentari non è questo, ma il suo equivalente raffinato che ha ormai perso tutte le sue sostanze benefiche.

I grassi non vanno del tutto eliminati dalla dieta: in una corretta alimentazione dovrebbero apportare circa il 30% delle kcal totali, di cui il 7-10% rappresentati proprio da quelli saturi. Il punto principale è che spesso ne assumiamo più del necessario e in maniera anche inconsapevole, proprio perché l’olio di palma è contenuto in moltissimi prodotti di uso quotidiano.



Cosa possiamo fare quindi?

Cerchiamo di fare acquisti più intelligenti, passando al vaglio al meglio le etichette di ciò che stiamo per comprare, riducendo quanto più possibile o eliminando l’uso di quelli contenenti olio di palma e sostituendo, quindi, snack e spuntini con frutta e verdura di stagione: 1 biscotto è formato da almeno 10 ingredienti diversi, più o meno salutari, più o meno grassi; 1 mela è sempre al 100% fatta solo da mela.

 

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Aggiornamenti sull’olio di palma

Un recente studio dell’EFSA ha messo in luce che la raffinazione dell’olio di palma produce alcune sostanze cancerogene e potenzialmente tossiche per l’organismo. Proprio a seguito di studi come questo, diverse aziende nel settore alimentare (come ad esempio i prodotti a marchio coop) hanno deciso di ritirare dal mercato prodotti contenenti olio di palma raffinato in quanto ritenuti pericolosi per la salute.

Come riconoscere l’olio di palma in etichetta

Quando andate al supermercato, per essere sicuri di non acquistare prodotti contenenti olio di palma, è bene imparare a leggere attentamente le etichette degli alimenti. Fortunatamente dalla fine del 2014, una normativa europea impone trasparenza sulle etichette alimentari. La normativa prevede di sostituire la più generica e fuorviante voce “oli vegetali” o “grassi vegetali” in una dicitura più chiara ed esaustiva. Possiamo trovare quindi sulle etichette le voci “olio vegetale di palma” (oppure “oli vegetali di palma, colza, ecc..) o semplicemente “olio di palma“, le quali informano chiaramente il consumatore sulla presenza di questo elemento.